IL LUTTO PERINATALE: UN LUTTO CHE RESTA NELL’OMBRA

“Potete farne un altro”, “sono cose che capitano”, “devi essere forte”, “sei fortunata, hai già un altro figlio”, parole che trafiggono come frecce il cuore di chi ha vissuto un’esperienza di perdita in epoca perinatale.Sono parole che rimangono incise nella memoria e che, banalizzando quanto accaduto, non fanno altro che negare il valore della perdita e incrementare il dolore di chi l’ha vissuta.

Perdere il proprio figlio durante la gravidanza o il parto è un evento traumatico, dove insieme a una perdita fisica vi è anche una perdita simbolica, di un sogno, di un progetto, di aspettative e di desideri.

Le reazioni e i sentimenti, che aleggiano nell’aria quando si perde il proprio figlio, sono vari: dallo shock all’incredulità, dallo smarrimento alla rabbia, dalla confusione al senso di vuoto e di mancanza, dal senso di inadeguatezza a quello di colpa.

I genitori si trovano spesso a vivere questi sentimenti in solitudine, perché il contesto familiare e sociale fatica ad accogliere tale lutto, non parlando di quanto accaduto per paura di non saper cosa dire o per timore di risvegliare nei genitori ricordi insopportabili.

Siamo impreparati ad accogliere la morte laddove dovrebbe esserci la vita. Siamo una società dove la parola d’ordine è fretta ed è dunque difficile poter sostare nel proprio dolore. È per questo che spesso il lutto perinatale resta nell’ombra. C’è tanto da dire, ma poche persone sono disposte ad ascoltare e accogliere tale dolore, che diventa così incomunicabile e impossibile da condividere.

Non esiste nel vocabolario italiano una parola che racchiuda l’esperienza di un genitore che perde un figlio. Un figlio che perde un genitore è orfano, invece non vi sono parole che possano rendere significato al dolore racchiuso in tale esperienza. I genitori sentono dunque il bisogno di trovare un luogo in cui poter dar voce al proprio dolore, in cui poter depositare la propria storia.

Shakespeare diceva “Date al dolore la parola; il dolore che non parla, sussurra al cuore affranto e gli dice di spezzarsi”.

Poter avere un sostegno psicologico che accompagni nell’elaborazione del lutto e aiuti a favorire la condivisione del dolore della perdita è importante, perché altrimenti se rimane inespresso può diventare insostenibile. Parlare con qualcuno che offra un ascolto accogliente e mostri vicinanza emotiva rappresenta per i genitori l’occasione di uno spazio, in cui poter dar voce alla propria sofferenza e sentire di non essere soli.

All’interno della SC di Ostetricia e Ginecologia degli Spedali Civili di Brescia la Psicologia Ostetrica Ospedaliera offre alle donne e alle coppie la possibilità di poter avere un sostegno psicologico nel periodo perinatale. Il servizio collabora a stretto contatto con varie figure professionali coinvolte nell’assistenza ostetrica e con la rete territoriale, con l’intento di prendersi cura della persona in modo integrato, come unità inscindibile di bisogni fisici, psichici e relazionali. Con l’idea di offrire un luogo in cui poter incontrare chi ha vissuto la stessa perdita, poter ascoltare la storia di ognuno e condividere la propria, genitoriAmente, in convenzione con gli Spedali Civili, ha organizzato e organizzerà gruppi di incontro per genitori che hanno perso un figlio, coordinati da una psicologa, secondo il modello del gruppo operativo.

Dott.ssa Erika Parzani