LA SOLITUDINE DEI GENITORI DI OGGI: L’ALTRA FACCIA DELLA LIBERTÀ
Come genitore in primis, e come terapeuta, mi rendo conto che oggi più che mai i genitori sono soli nel fare le loro scelte educative.
A differenza di un tempo, dove si applicavano regole e schemi educativi appresi dalla generazione precedente, oggi non c’è quasi più un consenso sociale univoco sul modo di educare i figli, sul concetto di disciplina, sulle regole e sul funzionamento della vita familiare.
Non voglio certo caldeggiare un ritorno al passato, al suo autoritarismo e ai suoi principi pedagogici basati sull’umiliazione, ma evidenziare i rischi che questo cambiamento, tutt’ora in evoluzione, può portare con sé.
I genitori non hanno più punti di riferimento assoluti, le regole cambiano di famiglia in famiglia, anche da un figlio all’altro, da un genitore all’altro (soprattutto nel caso di genitori separati).
Non possiamo più dire:” É così perché… lo facevano i genitori, lo fanno i vicini, è sempre stato cosi…”
Sicuramente questo “perché” di un tempo, non era sempre corretto e motivato, ma aveva il pregio di rappresentare un terzo, un imperativo oggettivo, indipendente dal desiderio dei figli e dei genitori.
Oggi un figlio, soprattutto adolescente (e oggi l’adolescenza arriva molto presto!), contesta facilmente la posizione dei genitori: “dimmi perché fai così, la mamma del mio compagno non fa cosi. Perché mi metti questo limite?”
Il figlio ha la convinzione che la scelta dei genitori sia sbagliata e imposta con la forza.
E i genitori si trovano soli a fare scelte importanti.
*La scuola: bisogna inquadrare il figlio o lasciare che faccia da solo? Cosa fare quando il rendimento scende?
*Le uscite: a partire da che età? Con chi? Fino a che ora?
*Il cellulare e internet: da quando? Per quanto tempo? Che limiti imporre?
*Le sigarette: concesse? A partire da che età? Quante?
*Le droghe: ok niente droghe pesanti, Ma gli spinelli? L’alcol?
*La sessualità: bisogna informare? Come? Quando? Bisogna facilitare o limitare le visite dei fidanzatini?
*Il linguaggio: bisogna tollerare o no il gergo e le parolacce? Come reagire agli insulti che spesso all’inizio sono intollerabili ma che poi vengono considerati più o meno come battute?
Come genitori dobbiamo e dovete rispondere a questi interrogativi.
Non farlo e lasciare che le cose accadono è solo una risposta di fuga e di abbandono del figlio a se stesso.
Questo è il prezzo da pagare della libertà: ciascuno deve trovare una propria posizione, ricorrendo alle proprie risorse individuali.
All’interno di questo mare di differenze e possibilità, c’è una cosa che secondo me rende più difficile da parte dei genitori prendere una posizione coi loro figli:
IL SENTIRSI MENO SICURI DI AVERE IL DIRITTO DI IMPORRE AI FIGLI QUALUNQUE COSA CHE LI POSSA CONTRARIARE E RISCHI DI DISTURBARE IL RAPPORTO CHE HANNO CON LORO.
Dott.ssa Cledis Pasqualini